Negli ultimi cinque anni la Regione Toscana ha finanziato lavori di adeguamento e rinnovamento degli edifici scolastici per quasi 350 milioni di euro.
Un intervento massivo ed urgente, realizzato con una sinergia di finanziamenti statali, comunitari e regionali, che si spera trovi continuità in futuro, dato che la situazione delle strutture scolastiche, in Toscana come nel resto del Paese, è molto delicata.
In quella regione, la maggior parte delle costruzioni è antecedente al 1975. Si tratta quindi di edifici realizzati prima dell’entrata in vigore dei vigenti parametri di conformità.
Ad oggi, un solo edificio su otto ha tutte le certificazioni richieste dalle normative vigenti.
Sebbene, l’istituzione regionale, in genere, sul tema dell’edilizia scolastica abbia poche competenze riconducibili solo alla programmazione si è deciso di fare molto di più intervenendo a supporto di comuni e province, nei casi di massima urgenza, per migliorare la qualità e la sicurezza degli edifici.
Finalmente, a partire dal 2014, anche lo Stato ha ricominciato ad investire in maniera importante sulle strutture scolastiche, anche se il percorso da compiere è ancora molto impegnativo ed è indispensabile dare continuità ai finanziamenti statali ed europei, che devono essere erogati sulla base delle programmazioni delle singole Regioni.
Gli interventi, oltre che nella costruzione di nuovi edifici scolastici, sono stati concentrati sulla messa a norma antisismica ed antincendio e sulla modernizzazione delle strutture.
In Toscana, attualmente, risultano censiti 2.777 edifici ospitanti scuole statali.
Di questi, 169 sono adibiti esclusivamente a palestra e 241 risultano non attivi perché in ristrutturazione o in costruzione oppure chiusi in attesa del finanziamento necessario alla messa a norma.
All’interno di questi 2.777 edifici scolastici, secondo gli ultimi dati in possesso, risultano allocati i 3.221 plessi od istituzioni attive sul territorio regionale per l’anno scolastico 2019-20.
Possiamo dire quindi che finalmente il tema della sicurezza nelle scuole sta progressivamente riconquistando l’attenzione dovuta, anche in relazione al rispetto della normativa prevenzionistica.
Non sono mancati infatti, in questi anni, incidenti tali da risvegliare l’attenzione dei dirigenti scolastici e delle figure a cui la norma attribuisce gli obblighi di sicurezza.
Tali obblighi si caratterizzano, in generale, nel dovere di vigilanza nei confronti degli alunni, al fine di evitare che gli stessi possano recare danno a terzi o a sé medesimi o che possano essere esposti a prevedibili fonti di rischio e a situazioni di pericolo. (Cassazione penale, sez.4 , n.17574 del 23/2/2010)
La sentenza sopra richiamata ci ricorda come nell’esercizio dei propri compiti, l’Rspp risponde a titolo di colpa professionale, unitamente al datore di lavoro, ogni qual volta l’infortunio accaduto, possa essere oggettivamente ricondotto ad una situazione di pericolo che egli aveva l’obbligo di riconoscere e segnalare al datore di lavoro.
Nel caso di specie, l’Rspp era un qualificato professionista esterno all’istituto, iscritto all’albo degli ingegneri. Spesse volte accettiamo incarichi che non siamo in grado di eseguire con attenzione esponendo noi stessi e gli altri a gravi conseguenze