Da ottobre a febbraio sono state rilasciate circa 432mila patenti a crediti, poco meno della metà della platea potenziale stimata in fase di avvio, pari a circa 900mila tra aziende e lavoratori autonomi che necessitano della certificazione per operare nei cantieri.
Il dato, fornito dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro (citato da «Il Sole 24 Ore»), non è stato commentato dal Ministero del Lavoro, ma è considerato positivo da Carlo Trestini, vicepresidente Ance.
Secondo Trestini, il numero complessivo di soggetti coinvolti include anche operatori che non appartengono strettamente al settore edile ma che, per lavorare nei cantieri, dovranno comunque ottenere la patente.
Il completamento del processo, dunque, richiederà tempo: Ance stima che si concluderà nell’arco di 8-9 mesi.
Un segnale positivo è il basso numero di sanzioni per la mancata patente, con sole 8 irregolarità riscontrate su 5.692 controlli.
Tuttavia, gli operatori auspicano la piena operatività della piattaforma dell’Ispettorato, necessaria per il riconoscimento dei crediti premiali.
Le critiche del sindacato: “Procedura farraginosa e sistema non equo”
Di diverso avviso Antonio Di Franco, segretario generale Fillea-Cgil, che giudica la norma sulla patente a crediti «viziata sin dall’origine». Il sindacato critica la complessità della procedura e la disparità tra le imprese: quelle con attestazione di qualificazione Soa dalla terza categoria in su, infatti, non sono obbligate a richiederla. Questo ha portato a un’impennata nelle certificazioni Soa, un fenomeno che, secondo Di Franco, è stato sottovalutato.
Per il sindacato la patente non rappresenta un vero processo di qualificazione delle imprese. Al contrario, il sindacato propone:
- una legge per regolare l’accesso alla professione degli artigiani,
- un sistema di certificazione più rigoroso e aderente alla realtà,
- una revisione del calcolo dei costi della sicurezza in fase di progettazione, per valorizzare l’innovazione nei processi produttivi.
Altri aspetti critici riguardano la gestione dei cantieri privati:
- i tempi contrattuali, spesso compressi dalle elevate penali per ritardi, che causano la compresenza di troppe imprese,
- il ribasso dei costi della manodopera, che rischia di compromettere diritti, qualificazione e formazione dei lavoratori.
La posizione di Aifes: la patente a crediti sta contribuendo ad alzare l’asticella della prevenzione
L’introduzione della procedura ha avuto un significativo e positivo impatto sulla qualità formale delle imprese e dei lavoratori autonomi interessati ad operare nei cantieri temporanei o mobili.
Malgrado la particolare rischiosità dello scenario lavorativo tipico dei cantieri, sino a pochi mesi fa chiunque poteva entrare in cantiere ed operare senza il minimo requisito anche di natura formale.
Soggetti senza la minima competenza, spesso privi anche di una identità fiscale operavano indisturbati solo sulla base di un contratto di sub affidamento.
Con l’entrata in vigore della cosiddetta patente a crediti, lo Stato ha cominciato a fare luce su tante situazioni anomale, facilitando anche il compito dei committenti ora chiamati solo a verificare la capacità organizzativa delle imprese e dei lavoratori autonomi prescelti.