Uno dei fattori alla base del rapporto che si instaura tra il datore di lavoro e il dipendente è la fiducia.
Come descritto dalla Sentenza n. 7860/2019 della Corte di Cassazione, In mancanza di fiducia, dovuta in questo caso all’omissione da parte di un dipendente del passaggio in giudicato della sentenza di condanna per il reato di rapina, può venir meno il rapporto di lavoro.
Nel caso in questione, un operaio di Trenitalia Spa veniva licenziato dal datore di lavoro per non aver comunicato, appunto, la sentenza per reato di rapina.
Il Ccnl del settore prevede, altresì, il licenziamento in caso di reato di rapina, motivo in più per confermare la legittimità del licenziamento.
La Sezione Lavoro della stessa Corte ha, quindi, definito il licenziamento legittimo, poiché il dipendente ha intenzionalmente nascosto l’accaduto, compromettendo la fiducia riposta dal datore di lavoro e ha violato gli obblighi di correttezza e buona fede, previsti dal CCNL.
A confermare la sentenza del Tribunale è stata la Corte d’Appello di Roma e, in merito al licenziamento per giusta causa, i Massimi giudici si sono pronunciati a favore della proporzionalità tra fatto addebitato e recesso datoriale.
In questo caso, l’inadempimento del lavoratore in merito alla sua condotta, fa venir meno la fiducia del datore di lavoro e, di conseguenza, viene pregiudicato il rapporto instauratosi.
Infine, è il giudice di merito a verificare quale sia l’adeguatezza della sanzione espulsiva, in base a fatti concreti, alla gravità della condotta, all’intensità dell’elemento intenzionale, alla presenza o meno di precedenti condotte pregiudizievoli, come anche in base alla durata, al grado di affidamento della mansione prestata, alla natura e alla tipologia del rapporto di lavoro.